I Riti della Settimana Santa di Taranto rappresentano uno degli eventi religiosi più importanti e conosciuti in tutta Italia e anche all’estero.

La Settimana Santa Tarantina rappresenta un momento fortissimo per la città, per i suoi abitanti, per chi ha dovuto invece lasciarla, sia per turisti e visitatori. Il momento culmine, rappresentato dalle due solenni Processioni, dell’Addolorata e dei Misteri, è ricco di pathos, fede, ma anche di mistero e fascino ed è molto emozionante anche per chi non è credente o religioso sia per importanza e storia, che per partecipazione e devozione.

Scopriamo nel dettaglio le caratteristiche di questi sentitissimi Riti della Settimana Santa di Taranto.

Le origini dei Riti della Settimana Santa di Taranto

I Riti della Settimana Santa di Taranto hanno origini molto antiche. Si suppone siano stati iniziati intorno al 1600 da la nobile famiglia Calò, alla cui stirpe appartiene il patrizio Don Diego Calò, che personalmente fece realizzare a Napoli le Statue di Cristo Morto e della Madonna Addolorata. Le stesse statue sono portate tutt’oggi nella grande processione dei Misteri che si tiene il Venerdì Santo. In questo periodo nascono in città numerose confraternite e si diffonde l’usanza di far visita agi altari della reposizione e successivamente portare le statue in processione.

Quando cominciano i Riti della Settimana Santa

Questi sentitissimi Riti di Taranto non sono solo relegati agli ultimi giorni che precedono la Pasqua: il cammino di preparazione dei confratelli si svolge durante l’intero anno attraverso momenti liturgici, pellegrinaggi, adorazioni e molte altre iniziative anche culturali e artistiche affiancano il momento culmine, che ha il suo vero start con l’inizio della Quaresima.

A partire dal Mercoledì delle Ceneri sono numerosi i momenti di preparazione alla Settimana Santa: le Quarantore, l’Adorazione della Croce, A Forore, le Via Crucis; momenti di pietà popolare preparati dalle due principali confraternite della città: del Carmine e della SS.ma Addolorata e San Domenico.

Il cuore dei Riti della Settimana Santa di Taranto è rappresentato dalle due processioni: dell’Addolorata, dalla notte del giovedì Santo e dei Misteri, dal pomeriggio del Venerdì Santo. La domenica delle Palme si tiene in ciascuna confraternita l’Assemblea Straordinaria. Comunemente chiamata “gara” è la riunione durante la quale vengono assegnati i simboli da portate in processione ai confratelli che fanno “un’offerta“ mediante il meccanismo dell’asta, quindi dal prezzo più alto proposto dal miglior offerente.

settimana Santa Taranto

Chi sono i Perdoni, i confratelli incappucciati

Il pomeriggio del giovedì santo si entra nel pieno spirito dei Riti della Settimana Santa Tarantina, dalle ore 15:00 inizia il pellegrinaggio delle oltre settanta “poste” dal portone centrale della Chiesa del Carmine. Le “poste” sono coppie di confratelli, chiamati perdoni, in abito di rito. Il loro compito è di predisporre l’animo dei fedeli con un cammino molto simbolico: la loro andatura lentissima e cadenzata è chiamata in dialetto “nazzecata”. La lentezza è la contrapposizione alla vita frenetica di ogni giorno: nella lentezza si pensa di più alle proprie colpe per le quali si chiede perdono. Vanno in pellegrinaggio verso la Città vecchia. Quelle che invece escono dal portone della sacrestia visitano le chiese della città nuova.

Gli abiti dei Perdoni

I Perdoni delle due confraternite hanno abiti simili, ma con delle differenze. Hanno il capo incappucciato e i piedi scalzi; l’abito tradizionale si compone di un camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, pendenti sulla destra del camice; una cinghia di cuoio nero attaccata in vita e fatta pendere sul lato sinistro del camice, rappresentante la frusta che colpì Gesù; una mozzetta (color crema per il Carmine e nera per l’Addolorata) abbottonata sul davanti; due scapolari recanti rispettivamente le scritte ricamate “Decor” e “Carmeli”; un cappuccio bianco con due forellini all’altezza degli occhi, un cappello nero bordato con nastro, una corona di spine poggiata sul capo; guanti bianchi. I Perdoni portano inoltre una mazza alta circa due metri che simboleggia l’antico bastone dei pellegrini.

La Processione dell’Addolorata

Alle ore 24, a mezzanotte in punto, i portoni della Chiesa di San Domenico, in città vecchia, si aprono e con l’affacciarsi della Madonna ha inizio la processione della Addolorata. La statua è portata in spalle dai confratelli, scende le scale ed esce in processione snodandosi lungo il pendio di San Domenico e percorrendo la città Vecchia e parte della città nuova.  Un momento molto suggestivo ed emozionante è il passaggio della processione sul Ponte Girevole, alle prime luci dell’alba.

La processione si apre con la Troccola, uno strumento in legno con maniglie di metallo che, agitato in modo sapiente e con molta fatica in quanto pesante, emette un suono particolarissimo, forte e cupo, che annuncia l’arrivo della processione stessa e ne regola l’andatura accompagnando il lento incedere dei perdoni. Lo schema di uscita della processione dell’Addolorata è il seguente:

  • La Troccola
    • Banda
    • Pesàre
    • La Croce dei Misteri
    • Quattro Coppie di poste
    • La Terza Croce
    • Quattro Coppie di poste
    • La Seconda Croce
    • Quattro Coppie di poste
    • La Prima Croce
    • Due Coppie di poste
    • Il Trono
    • L’Addolorata
    • Banda
    • Tre Mazze

A sostenere la statua (e anche le numerose statue della processione dei Misteri) ci sono altre figure di confratelli: le Sdanghe, letteralmente i longheroni in legno alla base delle statue, stanno a rappresentare i 4 confratelli che trasportano a spalla le statue, accompagnati dalle Forcelle: altri 4 confratelli in abito nero e corona di spine in testa che reggono un’asta in legno con un incavo in metallo (la forcella, appunto) su cui vanno poggiate le sdanghe delle statue.

La Processione dei Misteri

Dalla chiesa del Carmine, in pieno centro cittadino, il pomeriggio del Venerdì Santo, il troccolante apre la processione dei Misteri. La seconda grande processione dei Riti della Settimana Santa di Taranto. Si snoderà per il borgo della città dei due mari. Questo lo schema della processione dei Misteri organizzata dalla confraternita del Carmine:
• La Troccola
• Banda
• Il Gonfalone
• La Croce dei Misteri
• Tre Coppie di Poste
• Il Cristo all’orto
• Tre Coppie di Poste
• La colonna
• Tre Coppie di Poste
• L’Ecce Homo
• Tre Coppie di Poste
• La Cascata
• Quattro Coppie di Poste
• Il Crocifisso
•Quattro Coppie di Poste
• La Sacra Sindone
• Banda
• Quattro Coppie di Poste
• Gesù morto
• L’Addolorata
• Banda
• Sette Mazze

Tre colpi, tutto è compiuto

Nella mattina di sabato, i consueti e accorati “tre colpi” del bastone del troccolante sul portone della Chiesa del Carmine segnano il compimento del pellegrinaggio. E tra fatica, lacrime, commozione e nuova speranza ci si avvia a vivere la Pasqua, pieni dell’intensità che i Riti, ogni anno donano a ciascuno e alla città tutta.

“Furcè’… Ngue’!”

L’augurio per tutti voi lettori è quello di poter assistere ai Riti della Settimana Santa tarantina quanto prima. Al suggestivo comando di cui non vi sveleremo il significato ma vi invitiamo a venirlo scoprire di persona : “Furcè’… Ngue’!” vi sentirete parte, con i piedi e con il cuore, di questo forte momento di Passione.